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La successione per via femminile di casa Patroni Griffi


Un matrimonio che offre un affresco sulla nobiltà napoletana, pugliese oltre che francese, inglese e spagnola di Daniele E. Iadicicco

30 ottobre 1816, si tiene a Napoli un matrimonio che unisce due famiglie molto note ed influenti per l’epoca.

Lo sposo è Don Benedetto Patroni de Griffi, nato a Corato giovedì 23 marzo del 1763. Il nome completo di battesimo era Don Benedetto, Caetano, Francesco, Paolo. Figlio di Don Felice (morto il 4/6/1815) di Marin’Antonio Patroni de Griffi, e di Donna Anna Codignac (morta il 1/5/1795 e sepolta nella Colleggiata di Corato) figlia di Don Michele Codignac.


La firma di Don Benedetto Patroni de Griffi


Al tempo don Benedetto era Sopraintendente del distretto di San Severo (Foggia). Lo sposo domiciliato a San Savero, a Napoli era dimorante presso il palazzo di Don Domenico Tommasi nella Calata de Fiorentini al n. 38, nel quartiere di San Giuseppe. Don Benedetto era a quel tempo già vedono. Aveva sposato in prime nozze Donna Lucia Montemajor “gentilodonna primaria”, nata a Napoli il 4 di aprile del 1781 e scomparsa il 22 ottobre 1813. Donna Luisa era l’ultima figlia di don Emanuele, terzo Marchese di Montemajor (morto a Napoli 11.2.1806) e di Rachele Candal y Cancellier. La sposa è Donna Maria Giuseppa, Anna, Francesca, Margherita, Monaca, Maddalena De Majo Durazzo di Napoli (nata nel 1790), residente nella Strada Costantinopoli 19. I genitori della sposa provengono dall’alta nobiltà napoletana. Il padre è Don Carlo Maria Amalio De Majo Durazzo Duca di San Pietro a Scafati, nato nel 1746 circa, figlio del Marchese Nicola. Sua madre era la Duchessa di San Pietro Donna Giovanna De Dura del fu Duca Filippo, dimorante in Napoli nel quartiere Montecalvario, nata nel 1760.

La firma del Duca Carlo de Majo Durazzo


Dalla coppia nacque il nobile Felice Patroni Griffi, membro del Corpo delle Guardie Regie. Questi sposò nel 1867 Donna Francesca Gattola, Baronessa di San Barbato. La stessa era figlia di Don Paolo Gattola, Patrizio della città di Gaeta, Duca di Roscigno e Sacco, nato in Gaeta il 27 gennaio del 1811, figlio di Giovan Battista Gattola (morto nel 1824) e della nobildonna Eleonora Albito Carafa, titolare del Ducato di Roscigno e Sacco ( morta nel 1844). Don Paolo si sposò in prime nozze (nel 1838) con Anna Gattola della Torre e vedovo nel 1875, si risposò con Civita de Mattheis Marangio. Da Felice Patroni Griffi, rinnovando il nome del nonno, nacque il Nobile Benedetto Patroni Griffi ( Gaeta 26.aprile 1876, morto a Formia l’ 8 marzo 1954), Commendatore di giustizia del Sovrano Militare Ordine di Malta. Benedetto sposa il 16 marzo 1912 Maria Teresa nobile de Conti Capialbi. Da loro nasce il Nobile Felice (nato a Formia il 24 aprile del 1919) che sposa il 23 ottobre 1949 Emma de Meo, appartenente ad una notabile famiglia di Maranola. Dalla coppia nascono Benedetto (Formia 1950 – 1966), Massimo (nato a Roma il 25 aprile 1956) e Maria Rosaria (nata a Roma il 27 gennaio 1958).

I PATRONI GRIFFI

Il cognome nasce dall’unione delle famiglie Patroni e Griffi. L’unione avvenne nel 1530, col matrimonio di Giovanni Patroni ad Angelina Griffi, figlia di Francesco, alla quale lo zio Marino Antonio Griffi, con testamento 24 maggio 1577, lasciò tutti i suoi beni, i suoi titoli, i suoi privilegi feudatarii, con l’obbligo di unire le armi delle due famiglie. Le origini della famiglia Griffi risalgono invece all’ottavo secolo dopo Cristo. Le prime fonti documentate ci parlano di un Teodosio Griffi, Capitano Generale dell’Imperatore Costantino, figlio dell’Imperatore Leone; nel 743 egli sposò la nipote stessa di Costantino, a nome Irenea. La famiglia entrata nel Patriziato di Trani, possedettè diversi titoli, tra cui il titolo di Conti di Calvi e Baroni di Faivano. Da questa famiglia discendono anche il Beato Filippo Patroni Griffi (1769-1831). Il Regista Giuseppe Patroni Griffi, l’ex Ministro del governo Monti, Filippo Patroni Griffi, giudice della Corte Costituzionale, già Presidente del Consiglio di Stato; e l’Avvocato Prof. Ugo Patroni Griffi, Barone di Faivano, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale.


Stemma De Majo Durazzo ( Spreti)

I DE MAJO DURAZZO Il padre della sposa su citato Don Carlo M. Amalio De Majo Durazzo fu l’ultimo intestatario feudale del titolo di Duca di San Pietro, titolo posseduto dalla famiglia sin dal 1718. Il titolo che passò al figlio Nicola, fu da lui ereditato da suo cugino Gennaro alla sua morte avvenuta nel 1789. La famiglia ebbe anche il titolo di Marchese sul cognome dal 4 di maggio del 1754. I De Majo originari di Tramonti avevano aggiunto il cognome Durazzo per il matrimonio tra Francesco De Majo e Ippolita Durazzo, figlia di Rinaldo principe di Capua, a sua volta figlio naturale di Re Ladislao I. Questo particolare ci conferma che nelle vene della sposa scorreva il sangue dei D’Angio Durazzo per via diretta. Al contempo possiamo dire che anche gli ultimi discendenti dei Patroni Griffi hanno come avo diretto, seppure per via materna, il Re Ladislao I Durazzo. D’altronde il costume di ereditare il cognome paterno non influisce di certo sulla trasmissione del DNA che si eredità da entrambi i genitori.

Lo stemma di Re Ladislao trovato graffitato su un affresco di una Chiesa di Maranola Formia


I CODIGNAC Stemma dei Codignac (Spreti)

Di generosa nobiltà, la famiglia ha origini francesi. Possedettero il Feudo di Beladifesa in Abruzzo.

I MONTEMAJOR Stemma Montemajor (Spreti)


Di Antica e nobile origine spagnola, i Montemajor si trasferirono a Napoli a seguito di Re Carlo di Borbone. La famiglia fu decorata del titolo di Marchese sul cognome e di una Baronia nel 1811 (titolo poi tornato alla corona). Il titolo di Marchese fu riconfermato con Regio Decreto il 25 ott. 1834. Don Emanuele fu terzo marchese de Montemayor, nato a Cartagena, dove nacque l’8 gennaio 1731. Partecipò alla campagna in Lombardia d alla battaglia di Plasencia. Nella sua carriera militare raggiunse il grado di Brigadiere delle Reali Armate del Re di Sicilia. Morì l’11 febbraio 1806; sua moglie, il 13 febbraio 1807.

I CANDAL Stemma dei Candal (Heraldica Javier Alonso)

Cayetana Raquel Josefa Candal y Cancellier, nativa di Napoli, battezzata nella parrocchia di Santa Anna di Palazzo il 19 gennaio 1741 e sposata nella stessa parrocchia il 15 aprile 1761 con Manuel Julián Domingo de Montemayor y Arbuniés.

I DE DURA Stemma dei De Dura (Candida-Gonzaga)

Di antica origine Inglese, furono una famiglia nobile napoletana decorata di molti titoli nobiliari. Furono Baroni di Catignano, Celistruni, Marsico, Murro, Otaresco e Pianella. Marchesi di Mignano e Pollica. Duchi di Collepietro e Erce. Queta famiglia edificò un ramo della Cattedrale di Napoli. La sposa succitata apparteneva al ramo ducale della famiglia.

GATTOLA Stemma dei Gattola (tratto da Ragionamenti istorici sulla famiglia Gattola)

I Gattola sono una delle famiglie nobili più antiche di Gaeta. La famiglia si diramò a Trani ed a Napoli dove venne aggregata al seggio di Portanova nel 1589, venne decorata nel ramo detto De Martino, oggi estinto, del titolo di Duca di Roscigno e Duca di Sacco per successione Albito Carafa[1]; ebbe anche il possesso della baronia di San Barbato nel Principato Ultra, fu designata nobile di Gaeta, patrizia di Trani e di Barletta e dal 1404 signora di Caianello, Marzanello[2] e di Gallicchio[3]. La famiglia Gattola fu, inoltre, nobile di Sessa. In alcune pergamene dell’archivio storico diocesano di Sessa Aurunca troviamo scritto che “nel 1411 Antonio Percotta de villa Fontaneradine dichiara di possedere una casa con solaio nel borgo superiore della città di S. (Sessa Aurunca, prov. Di Caserta ndr.) che appartiene al feudatario Giovanni Gattola di Gaeta”.[4]

CAPIALBI Stemma dei Capialbi (Spreti)


I Capialbi originari di Benevento si trasferirono a Monteleone in Calabria. Appartenenti alla nobilità di Monteleone e di Stilo ebbero il titolo di Conti di San Martino. La succitata Maria Teresa dei conti Capialbi, figlia di don Vito, nobile di San Martino, nacque a Vibo Valentia l’8 maggio 1882 morì a Formia il 14 luglio 1964. [1] Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Pag.377. V.Spreti, Milano MMXXX. [2] Archivio storico campano, volume 2 parte 4, pag. 836 di Angelo Broccoli, Ed. 1900 [3] Istoria dell’antica repubblica di Amalfi, F. e G. Pansa, Napoli 1724 [4] Archivio storico diocesano di Sessa Aurunca, M.E. Vendemia. Pergamene n. 76. Questo feudo fu acquistato dalla famiglia Appia. Altri testi consultati:

  • L’araldo Almanacco nobiliare 1881

  • Enciclopedia storico-nobiliare italiana di Vittorio Spreti

  • Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili GB Crollallanza

  • Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali Canida Gonzaga

  • Ragionamento istorico genealogico della famiglia Gattola di G. Gattola

  • NOBILIARIO DE LOS REYNOS HISPANOS. MANUSCRITO INEDITO DEL SIGLO XVI. INTROD. Y NOTAS POR VALENTIN MORENO

  • La heraldica Javier Alonso


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