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La famiglia Acton




Titoli: barone, patrizio Napoletano, principe di Villa Santa Maria “maritali nomine” in persona di AMEDEO, nobile dei principi di Leporano in persona di FRANCESCO EDUARDO MARIA

Dimora: Napoli

Originaria dell’Inghilterra, la famiglia prese il nome dalla località di Oaktown poi Acton nel Middlesex; le prime notizie certe si hanno con WILHELMUS de Acton, cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, dal reperimento di notizie sul suo sepolcro datato 1180; GUGLIELMO riconosciuto come capostipite possedeva il feudo di Aldenham nel 1340 nella contea di Salop. GUGLIELMO nominato baronetto il 30 maggio 1625, titolo estinto per mancanza di eredi; EDUARDO di Aldenham (1600-1659) creato baronetto il 17 gennaio 1643 fedele a casa Stuart; CARLO LUIGI nominato barone del S.R.I. (Sacro Romano Impero) nel 1714; Il casato venne riconosciuto nobile anche in Francia con R.D. del 9 maggio 1763. Gli Acton giunsero a Napoli nel 1778, quando re Ferdinando IV di Napoli e Sicilia chiamò presso di sé John Francis Edward, Giovanni Francesco Eduardo (1736-1811) ufficiale della marina francese e poi della marina del Granducato di Toscana, chiamato da un suo zio, dove raggiunse il grado di comandante generale della flotta e cavaliere dell’Ordine di Santo Stefano, figlio di un nobile medico inglese emigrato in Francia per motivi religiosi, a Napoli il re gli affidò la riorganizzazione della Marina Napoletana nel 1799, nominato segretario di Stato per il Dipartimento della Marina, Primo Ministro, ministro della guerra, sottomise la nobiltà ed il clero abolendone i privilegi: “proprio perché straniero riuscì a svolgere la sua azione di governo con fermezza che non avrebbe potuto avere un ministro troppo legato a personaggi e ambienti locali” (dal tomo “Le Grandi Famiglie di Napoli” di Nicola della Monica, anno 1998) insignito dei più importanti Ordini Cavallereschi tra cui:l’Ordine di San Gennaro, di Sant’Andrea di Russia e del Toson d’Oro. Il fratello JOSEPH EDWARD, Giuseppe Eduardo (1737 – 1830), ispettore generale della cavalleria e tenente generale, cavaliere dell’Ordine di San Luigi e gentiluomo di Corte, capostipite del ramo napoletano del casato tutt’ora vivente. Il casato iscritto al patriziato napoletano dal 1802. CARLO (1803-1847), figlio di John, entrò nella “Pontificia Accademia dei Nobili Ecclesiastici”, nunzio apostolico dal 1826 al 1830 in Parigi, segretario della “Congregazione Disciplina Regolare”, cardinale con nomina del 24 gennaio 1842. GUGLIELMO (1825–1896) ammiraglio, senatore del Regno d’Italia e Ministro della Regia Marina Italiana; un altro CARLO, ebbe due figli Emerico e Ferdinando: EMERICO, Emmerik, (1834-1901) a 17 anni giovanissimo guardiamarina della Marina del Regno delle Due Sicilie, ma passò nel 1860 a servire la Marina Sarda dove ottenne la medaglia d’oro al valor militare, nel 1885 nominato direttore dell’Arsenale di Venezia, a Napoli diresse l’Arsenale e poi all’isola della Maddalena comandò la piazza marittima. FERDINANDO, barone, (1832–1891) guardiamarina nella Marina del Regno delle Due Sicilie, anch’egli passò a servire nella Marina Sarda, ammiraglio, deputato della destra italiana dal 1867 al 1874, ministro della Marina nel 1880, nominato senatore, presidente del “Consiglio Superiore della Marina” e capo di stato maggiore, scrisse un libro sulle sue esperienze militari dal titolo “La Flotta Italiana alle grandi manovre”; ALFREDO, barone, figlio di Ferdinando, (1867-1934) anch’egli seguì la carriera militare in Marina, allievo della Scuola di Marina di Genova, partecipò agli eventi navali in Africa dal 1897 al 1912, alla campagna cinese della rivolta dei "Boxers" del 1900/1 per la difesa delle legazioni europee, nominato contrammiraglio nel 1916, partecipò attivamente alla I Guerra Mondiale, nel 1918 nominato vice ammiraglio, capo di stato maggiore dal 1919 al 1921, ebbe l’incarico di delegato alla Conferenza di Washington per la limitazione degli armamenti navali dal novembre del 1921 al febbraio del 1922 ed ottenne per l’Italia la parità navale con la Francia, nominato senatore nel 1927, insignito dell’Ordine Militare di Savoia, Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, Gran Cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore, Grand'Ufficiale dell'Ordine del Salvatore. Il fratello AMEDEO ammiraglio di squadra della Regia Marina Italiana, decorato di due medaglie d’argento al valor militare, con Decreto del Capo di Governo del 18 febbraio 1926 ottenne l’autorizzazione “maritali nomine” ad usare il titolo di principe di Villa Santa Maria. Il titolo di barone trasmissibile il linea ai maschi primogeniti venne concessa da re Vittorio Emanuele III con R.D. “motu proprio” del 1° febbraio 1925 ai discendenti di FERDINANDO.

Attualmente la linea primogenita discende da sir John Francis Edward primo ministro del re di Napoli in persona di sir John Emerich Lyon Dalberg Acton nato a Bordighera nel 1907 e alla sua dipartita dal primogenito dei suoi dieci figli nati dal matrimonio con la nobile Daphne che risiedeva nell’isola di Majorca;l a linea secondogenita con GIOVANNI nato nel 1948, di FERDINANDO (1908-79); la linea terzogenita discende da HENRY secondo figlio del primo ministro del re di Napoli, attualmente risedente negli Stati Uniti. A Napoli risiede la linea discendente da JOSEPH, fratello del primo ministro del re di Napoli, il personaggio più in vista fu il barone FRANCESCO EDUARDO MARIA dei principi di Leporano (1910-97), direttore del Museo “Gaetano Filangieri”, del Museo “Correale di Terranova” in Sorrento, del Museo “Villa Livia” sede del Centro Internazionale di Numismatica, vice-presidente del Centro Numismatico Internazionale, fu tra i benemeriti ricostruttori del patrimonio artistico, danneggiato dalla seconda guerra mondiale, del Museo “G. Filangieri”; ereditò il titolo di nobile dei Principi di Leporano dalla madre donna Livia Giudice Caracciolo Cellamare e parte del Palazzo Cellamare in Chiaia, ora appartenente ai suoi eredi.

È intitolata all’ammiraglio FERDINANDO (1832-1891) una strada sul lungomare di Napoli.

Il casato iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana ed in quello d’Oro della Nobiltà Napoletana, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso ai due leoni illeoparditi d’argento, accompagnati da nove croci d’oro con la traversa inferiore appuntata, ordinate in palo, tre in ciascun fianco dello scudo e tre in mezzo, queste una in capo, una in punta, la terza tra i due leoni


Ciro La Rosa


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